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La giovane Tina Anselmi – Dalla resistenza all’impegno sindacale e politico
TINA ANSELMI: NEL LIBRO DI MAURO PITTERI IL PERCORSO DI FORMAZIONE DELLA STAFFETTA PARTIGIANA E ATTIVISTA SINDACALE DI CASTELFRANCO DIVENTATA LA PRIMA DONNA MINISTRO DELLA REPUBBLICA
Sono due delle 100 ‘istantanee’ scattate da Mauro Pitteri, storico e insegnante, che compulsando archivi e biblioteche, ha ricostruito in cento pagine il percorso formativo di Tina Anselmi, giovanissima staffetta partigiana diventata la prima donna ministro della Repubblica e poi presidente della commissione parlamentare di indagine sulla P2. Degli incarichi politici e governativi di Tina quasi non c’è cenno nel racconto, se non nella documentata appendice sulla carriera pubblica, i ‘prodotti’ legislativi e gli scritti della parlamentare di Castelfranco Veneto, scomparsa il 1° novembre di due anni fa. Portano la sua firma - tra le leggi più note che hanno ‘fatto’ la storia dell’Italia - la legge istitutiva del servizio sanitario nazionale nel 1978, quella che ha parificato gli stipendi tra uomini e donne (1977), l’obbligatorietà della vaccinazione contro il tetano e il riconoscimento dell’interruzione volontaria della maternità, legge che Tina Anselmi firmò come ministro della sanità, nonostante fosse una donna profondamente e convintamente cattolica.
Ma nelle cento ‘istantanee’ del libro di Pitteri compare in filigrana la società veneta del dopoguerra, l’impegnativa ricostruzione della democrazia, dei partiti, del sindacato, della presenza attiva dei cattolici in politica e nel mondo del lavoro. C’è la crisi del tessile e l’aspro conflitto sociale tra i ‘signori industriali’ e le maestranze, soprattutto quelle femminili. Ma soprattutto c’è, in embrione, il percorso politico di una democristiana protagonista della Prima repubblica: la ragazza tenace e determinata, che ha maturato la sua scelta di campo nella Resistenza assistendo inorridita all’impiccagione dei partigiani a Bassano e che ha conosciuto in prima persona l’esperienza della guerra, della fame, del lavoro, della fatica e della lotta sindacale, ed è in prima fila per il voto alle donne e per la costituzione dei primi quadri sindacali locali nel secondo dopoguerra.
E che, al culmine delle travagliate vicende del 1848-50 che portarono allo scontro tra i Comitati Civici di Gedda e l’Azione Cattolica di Carlo Carretto, alla scissione del sindacato unitario e alla nascita della Cisl, fa scivolare in secondo piano l’impegno politico e sindacale, presa com’è dal completare il percorso di laurea (si laurea alla Cattolica di Milano nel 1948) e dai suoi primi anni di insegnamento come maestra nelle scuole elementari di Ramon di Loria e a Castello di Godego. Segna della serietà con cui l’ex staffetta partigiana viveva la sua esperienza professionale e del significato che attribuiva alla formazione e alla scuola, premessa indispensabile – scriveva - per la crescita delle persone e lo sviluppo sociale ed economico.
La documentata ricerca di archivio, condotta con rigore da Pitteri, consente di mettere a fuoco le parole chiave che hanno orientato le coordinate di vita e di impegno sociale e politico di Tina Anselmi: concretezza, ‘buon senso’ e responsabilità. “La democrazia – scriveva Tina Anselmi negli anni Sessanta – comporta non solo adesione ai valori, ma esercizio. Individuare iniziative concrete. C’è un qualunquismo che dilaga, perchè non c’è responsabilità”.
Il libro di Mauro Pitteri “La giovane Tina Anselmi. Dalla Resistenza all’impegno sindacale e politico (1944-1959)” pagg144, Tipi Edizioni, è edito dalla Cisl del Veneto ed è in distribuzione nelle sedi provinciali e regionale della Cisl veneta, e richiedibile all’indirizzo e-mail urs_veneto@cisl.it. Sarà, inoltre, distribuito nelle scuole e negli incontri sindacali e farà da trama allo spettacolo teatrale “La giovane Tina” che l’associazione ArtiVarti sta allestendo per novembre, in vista del secondo anniversario della scomparsa della politica e sindacalista trevigiana.
fonte: Regione Veneto
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- Ultimo aggiornamento 28/03/2024